Variante 1232

New York City

Mary Jane Watson-Parker sta preparando la colazione, cercando di non fissare troppo a lungo Dead Girl; da quando ha sposato Peter Parker alias l’Uomo Ragno ha visto super-esseri ben più curiosi...ma quel cadavere che sta appoggiando i piedi sul tavolo ha qualcosa di inquietante. Forse sarà il fatto che non batte mai le palpebre ed ha costantemente un’espressione cadaverica.

-Non so perché, ma che Spider-Girl fosse una liceale del Queens non è una gran sorpresa...mi ha sempre dato l’aria della ragazzina per bene, tutta casa e scuola.

-Adesso che l’hai scoperta, ti saremmo grati se non rivelassi la sua identità segreta. Anche se vivi nel passato, potrebbe essere un problema – la ammonisce Peter.

All’arrivo della mutante ha provato a farle credere che avesse preso il posto di una ragazza normale, ma Dead Girl non se l’è bevuta: dopotutto c’era solo una sedicenne della New York del futuro negli Exiles. L’aver preso il posto di una sedicenne della New York del futuro era stato un indizio importante.

-Non si preoccupi, a chi interesserebbe sapere qualcosa della figlia di un professore d’università e di un’attrice di serie B?

Mary Jane cambia argomento: non solo perché non le va di sentir denigrare la sua carriera cinematografica, ma perché preferisce non farle notare che i Parker sono tutt’altro che una famiglia normale. E’ già un mezzo miracolo che Dead Girl non abbia capito che Peter è l’Uomo Ragno, meglio non esagerare.

-Quindi non hai idea di dove possa essere finita la nostra May? – chiede Mary Jane.

-Da quel che ho capito, può essere finita in qualsiasi altra linea temporale...se io sono stata mandata a casa sua, forse lei è nel mio tempo adesso.

-Insieme a questa “X-Statix”, giusto? Non credo di averli mai sentiti nominare – ammette Peter, accarezzandosi il pizzetto – Ma una volta c’era un gruppo mutante per ogni lettera dell’alfabeto, anche se di solito era sempre la “X”.

Dead Girl si alza dal tavolo, fluttuando a mezz’aria come un fantasma.

-Grazie dell’ospitalità mister Parker, ma devo trovare gli altri Exiles. E non credo che un professorino del Queens mi sarebbe di molto aiuto.

La mutante esce dalla casa passando attraverso i muri; Peter e Mary Jane si scambiano un’occhiata di intesa ed un mezzo sorriso.

-Dimmi che ho un costume pulito.

-Lavato e stirato, pronto in soffitta insieme ai lanciaragnatele. La solita scusa dell’influenza stagionale? Non hai già preso troppi giorni di malattia, quest’anno?

-Connors può coprirmi. Spero solo che May non perda troppi giorni di scuola...

-La possibilità che mia figlia sia rimasta intrappolata nella Seconda Guerra Mondiale mi preoccupa un po’ di più, Peter.

-Tranquilla; anche se fosse, sono sicuro che Capitan America e Bucky si stanno prendendo cura di lei.

 

MARVELIT presenta

https://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/exiles.jpg

Episodio 12 –

Esiliati

Parte 4: (Déjà-vu)2

Di Fabio Furlanetto

https://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/vuoto.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/vuoto.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/Carol.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/captain%20marvel.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/Dead%20Girl.jpg

https://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/Persuasion.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/Kristoff.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/valkyrie.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/Miss%20Marvel.jpghttps://www.comicus.it/marvelit/images/Exiles/susan.jpg

 

Variante 1232

Capitan Marvel apre gli occhi, impiegando qualche secondo per capire dove si trovi. Prova ad usare la Coscienza Cosmica per capirlo, ma senza successo.

Si trova al buio, sotto diversi metri di roccia. Grazie alle Nega-Bande illumina la caverna: l’unico oggetto degno di nota è una anonima tomba completamente nera, su cui sono state incise delle iscrizioni funerarie Kree.

-C’è nessuno qui? – chiede trasmettendo onde radio, traducendo la richiesta in diverse lingue. Nessuna risposta.

“Qualcosa non va, e non solo per colpa della Coscienza Cosmica. Che razza di tomba è mai questa?” – si chiede l’eroe Kree, volando verso l’uscita.

Alla fine dei corridoi scavati nella caverna trova un’uscita che, probabilmente, porta alla superficie. C’è un solo pulsante di fianco alla porta; ma quando Capitan Marvel cerca di premerlo, la sua mano gli passa attraverso.

-Strano. Un ologramma? No, le Nega-Bande dovrebbero segnalarmelo. Perché sto parlando da solo? Devo essermi abituato al mio legame molecolare con Carol molto più di quanto pensassi.

Approfittando della situazione, Capitan Marvel vola verso la superficie passando attraverso diversi metri di roccia. Una volta fuori, è sufficiente guardare verso l’alto per capire dove si trovi...il gigantesco pianeta gassoso con un maestoso sistema di anelli è un indizio sufficiente.

-Sono in orbita attorno a Saturno, ma questo non mi sembra Titano. Probabilmente uno dei suoi satelliti minori. Ma chi costruirebbe qui una tomba?

Poi Capitan Marvel si volta, notando il monumento funebre che si trova proprio di fronte all’ingresso della caverna. Una fiamma eterna illumina la data di nascita e la data di morte di Mar-Vell di Kree-Lar.

La data di nascita è esatta. La data di morte risale a parecchi anni prima. Quando Capitan Marvel prova a toccare il monumento, i suoi sospetti sono confermati: è intangibile.

I Kree non credono ai fantasmi, e Capitan Marvel ha capito benissimo cosa è successo: in questa linea temporale, il suo doppio è morto da tempo.

Questo non impedisce a Mar-Vell di provare un brivido agghiacciante, prima di mettersi in volo per la Terra.

 

New York City

La Valchiria appare in un lampo di luce, guardandosi attorno disorientata. Si trova in un modesto appartamento, senza avere idea di dove siano gli altri Exiles.

Una pila di riviste attrae la sua attenzione: sulla copertina di “Now!” c’è un articolo sull’ultima formazione dei Vendicatori.

La Valchiria ne riconosce parecchi, mentre per altri ha bisogno della didascalia che si trova appena sotto il titolo “Il vecchio ordine cambia ancora: quanto durerà stavolta?”.

Iron Man ha un’armatura che non lei non ha mai visto. Ercole, Visione e Wolverine non sono minimamente cambiati, e non ha idea di chi siano né Surge né la donna chiamata American Dream che impugna uno scudo leggendario.

Ma sono gli altri membri del gruppo a posare per la foto a sorprenderla: Miss Marvel indossa un costume molto più modesto di un tempo, e sul suo volto si cominciano a notare i segni dell’età. E riconosce a stento la ragazza che si fa chiamare Mantis: la conosce come Luna, figlia di Quicksilver e Crystal. A giudicare dall’età che dimostra, deve trovarsi quasi una quindicina d’anni nel futuro.

Cerca di prendere la rivista, ma la sua mano passa attraverso il giornale. Proprio allora due persone entrano nella stanza: una è una ragazza mora che indossa una versione femminile dell’armatura di Iron Man. L’altra è una bionda dal fisico perfetto che indossa un tailleur nero ed occhiali da sole.

La Valchiria non riconosce la mora, ma la bionda è la Valchiria di questo periodo. Naturalmente, oltre al diverso gusto nel vestire, le due Valchirie sono esattamente identiche.

-Andiamo Val, secondo me sareste perfetti l’uno per l’altra!

-Katherine, non credo che tuo padre sia il tipo di uomo attratto da donne più vecchie di lui.

-Ma per lui sei solo Brunhilde Einherjar, guardia del corpo del signor Richmond, non un’immortale asgardiana di diecimila anni! E poi dai, quand’è l’ultima volta che sei uscita con qualcuno? Nel medioevo?

-Sarei curiosa di sapere chi mi sta facendo questa domanda: Kathy Stark, l’ereditiera che fa impazzire i giornali scandalistici cambiando fidanzato ogni mese? Oppure Iron Girl, l’eroina che mi ha fatto giurare sull’onore di Asgard di non rivelare mai la sua identità segreta al padre?

-Guarda quanto si è fatto tardi – cambia argomento la ragazza, indossando il casco – <<Se non mi sbrigo rischio di arrivare tardi a lezione. Salutami il signor Richmond!>>

Iron Girl passa attraverso la Valchiria del passato, attivando il dispositivo di occultamento dell’armatura e volando fuori dalla finestra. La Valchiria si avvicina alla propria incarnazione futura, cercando di attirarne inutilmente l’attenzione. Le è facile capire che questa sarà una giornata molto lunga.

 

Dopo aver fluttuato sopra le vie della città, Dead Girl atterra su di un marciapiede.

-Saranno anche quindici anni nel futuro, ma mi sembra che non sia cambiato niente nel frattempo – riflette ad alta voce, notando che i newyorchesi la stanno completamente ignorando.

Si accorgono della sua presenza, chiaro, ma le loro occhiate sono meno “oddio una morta vivente” e più “non ho mai visto quel costume, chissà chi è”.

Come mutante, una parte di Dead Girl gradisce quella sorta di mezzo anonimato. Come superstar di X-Statix, il gruppo di eroi che non esce dalla propria base per meno di cifre a sei zeri, è incredibilmente degradante. Unito alla suo isolamento da chiunque conosca, l’effetto è prevedibile: ha bisogno di bere qualcosa, in grandi quantità e subito.

Prima ancora di poter spalancare le porte del bar più vicino, però, Dead Girl si volta verso la gioielleria la cui vetrina è appena esplosa.

-Come diavolo...

-Non potete lasciarmi in pace neanche un minuto!? – si arrabbia la ragazza, lanciando un fulmine dalle mani.

L’elettricità attraversa il corpo di Dead Girl, senza farle alcun danno. La ragazza non si perde d’animo, lanciando una scarica in direzione del primo passante.

Una gabbia di elettricità circonda l’uomo, stringendosi fino a non lasciargli più spazio per muoversi.

-Prova a fermarmi e vedremo se anche lui può sopravvivere ad un milione di volt!

-Non dovresti essere a scuola, Aftershock? – chiede una voce proveniente dall’alto. La ragazza lascia cadere a terra i gioielli per avere entrambe le mani libere, ignorando completamente Dead Girl e cercando di colpire l’Uomo Ragno.

-Ancora tu! Accidenti, stai fermo!

-E farmi friggere da Electro junior? O forse dovrei dire Elektra junior, ma non so come la prenderebbe il vecchio Cornetto. Comunque, se tu fossi a scuola a studiare invece di giocare alla supercriminalessa (sono politicamente corretto oggi) sapresti che l’elettricità segue sempre la linea di minor resistenza.

Dopo una complessa serie di acrobazie, l’Uomo Ragno atterra alle spalle di Aftershock immobilizzandone le braccia con la ragnatela. Poi tesse un’altra tela in direzione della gabbia che imprigiona il barista, collegandone un’estremità alla ragazza.

L’elettricità si scarica completamente in direzione di Afteshock, indurendo la ragnatela. Mentre il suo corpo è percorso dalla corrente, Afteshock si ritrova con un gancio destro di Dead Girl dritto sul naso.

-Sarà anche poco scientifica, ma io preferisco la vecchia scuola. In cambio del team-up, Spidey, non è che potresti offrirmi un bicchierino?

-Sigh...scommetto che certe cose non capitano mai ad Iron Man –  sospira l’Uomo Ragno.

 

Variante 3113

Las Vegas

La piattaforma temporale si abbassa, materializzando Spider-Girl e Bucky all’ombra di un palazzo. I due eroi si guardano attorno: il Sole sta tramontando, e la luce dei lampioni è l’unica altra cosa ad illuminare la città. Tutte le insegne al neon sono spente.

-Wow. Il futuro è molto meno radioso di quanto pensassi – scherza Bucky, mentre Spider-Girl sembra un po’ più preoccupata.

-Direi che siamo ancora a Las Vegas, ma non c’è una sola insegna illuminata...neanche un casinò aperto. Qualcosa decisamente non quadra.

-Se non fosse per i lampioni accesi, direi che vogliono oscurare la città per proteggersi da un bombardamento – nota Bucky.

-Forse un qualche tipo di blackout...dovremmo provare ad osservare la situazione dall’alto. Aggrappati, ci porto sul tetto di uno dei grattacieli.

-“Aggrappati” a cosa? – chiede Bucky, guardandosi attorno, mentre Spider-Girl lancia una ragnatela verso un’asta di bandiera a diversi metri d’altezza.

-A me. Forse non te l’ho detto, ma volteggiare tra i grattacieli è una tradizione di famiglia per me.

-Sai, non so se mi piace l’idea...

-Non ti preoccupare, non ti lascerò cadere.

-Non è per questo; è che dovrei essere io a...

-Oh, al diavolo – taglia corto Spider-Girl, appoggiando una mano sulla schiena di Bucky ed usando il suo potere per aderirvi...e poi fare un salto da ferma di dodici metri.

Dopo una lunga serie di acrobazie assolutamente impossibili per un normale essere umano, Spider-Girl atterra sul tetto di uno degli edifici più alti della città e libera il proprio compagno di avventure...che si rimette in piedi come se nulla fosse successo, a differenza di qualsiasi altra persona ad essere stata trasportata in quel modo per la prima volta.

-Grazie per il passaggio, ma la prossima volta sarebbe carino se prima...oh, cavolo.

Bucky resta a bocca aperta non tanto per la vista di una Las Vegas senza una sola macchina o persona in movimento. Quanto per il fatto che da quell’altezza è facilmente visibile il gigantesco cratere perfettamente sferico che ha preso il posto di mezza città.

-Mai visto nulla del genere – ammette Bucky.

-Io sì – ricorda Spider-Girl – Quando gli Shi’ar hanno distrutto New York. Siamo nella linea temporale di Capitan Marvel. Questo non è...uh-oh.

-Senso di Ragno? – ipotizza Bucky.

-Senso di Ragno. Decisamente non un buon segno...

A conferma del sesto senso della ragazza, qualcosa emerge dall’orizzonte avvicinandosi alla velocità di un jet militare...qualcosa di molto più grosso di un jet, però.

Qualcosa di enorme, di forma umanoide. Viola e rosa metallico.

-Oh cacchio, non dirmi che c’è un Galactus anche qui.

-No, questa è una Sentinella.

-Ed è un bene o un male?

-E’ un bene perché non è Galactus. E’ un male perché sta venendo verso di noi.

Il grande robot rallenta, fermandosi poco prima di colpire il palazzo. La Sentinella analizza rapidamente i due esiliati, parlando dall’altoparlante posizionato all’interno della bocca:

-Confermata violazione del coprifuoco. Identificato esemplare mutante, denominazione “Spider-Girl”. Per ordine diretto del Presidente degli Stati Uniti, lei deve seguire questa unità.

-Bene. Portaci dal tuo capo – risponde Bucky.

 

Central Park

Carol Danvers riprende i sensi, risvegliandosi fissando un volto che sotto la maschera è identico al suo.

-Miss Marvel? Dove...cosa...

-Siamo invisibili e intangibili, parecchi anni nel futuro – risponde Miss Marvel.

-E come fai a saperlo?

Carol si rialza in piedi, osservando con i propri occhi il verme gigantesco che esce dalla grande voragine che si è aperta nel terreno. Alzando lo sguardo, vede una donna in costume di almeno cinquant’anni prendere a pugni il mostro gigantesco.

Nonostante la differenza d’età sia visibile ed il costume non lasci più le gambe scoperte quanto un tempo, sia Carol che Miss Marvel la riconoscono: è una loro incarnazione futura.

-Wow. Mi sento molto Kang ultimamente – confessa Carol.

-Che anno sarà? Non immaginavo sarei rimasta Miss Marvel per così tanto tempo.

-Non chiamarla così. Marvel detesta sentir nominare quel nome – interviene un’altra voce. Né Carol né Miss Marvel hanno mai visto la donna in costume che le sta fissando, nonostante ci sia qualcosa di stranamente familiare in lei.

-Non dicevi che siamo invisibili? Lei riesce a vederci – nota Carol.

-Solo perché il mio potere mi permette di vedere molto più a fondo della vista. Che strano...avete tutte e due la stessa aura.

-Hey Mantis, se non sei troppo impegnata mi servirebbe una mano qui!!! – protesta una voce proveniente dall’alto.

-Scusate – dice Mantis abbozzando un breve inchino, per poi avvicinarsi con calma alla creatura spuntata dal sottosuolo. La fissa intensamente, per poi colpirla con un colpo di karate nel punto giusto.

Il verme gigante si contorce dal dolore, ritirandosi rapidamente nella propria tana. L’eroina bionda atterra, rivolgendosi a Mantis:

-Devi sempre aspettare l’ultimo secondo? Ancora un po’ e mi ingoiava intera.

-Stavo aspettando il momento giusto. Poi qualcosa ha attirato la mia attenzione; credo possa essere importante.

-Lo so, lo so, stavi parlando con la mia incarnazione passata – risponde Marvel prima di voltarsi verso le due donne invisibili - Sì, Carol, so che siete tutte e due lì; un secondo solo. Mantis, io devo risolvere questa cosa: insegui quell’affare, penso possa portarci all’ultimo covo di Tyrannus. Se hai bisogno di aiuto, chiama i Vendicatori.

-Sei sicura di non aver bisogno di aiuto per questa tua...”incarnazione passata”?

-No, tranquilla, ci penso io. Carol, se mi vuoi seguire, andiamo a sistemare la faccenda.

Marvel si alza in volo, lasciando le altre due Carol Danvers a fissarsi perplesse. Alzando le spalle, Miss Marvel solleva l’altra Carol Danvers ed insegue l’incarnazione futura.

 

In volo sulla città, Marvel estrae un cellulare dalla cintura.

-Brunhilde? Sono Marvel. No, lei non ha più un’identità segreta, ricordi? Io sono Carol. Sì, ciao. Senti, dovresti avere lì con te la tua incarnazione passata; incontriamoci al Baxter Building per risolvere la faccenda, okay? Ci vediamo lì. Allora, immagino siate ancora dietro di me vero?

-Senza offesa, ma dopo questa volta non voglio più vedere Carol Danvers neanche in uno specchio – si lamenta Carol Danvers.

-Non posso né vedervi né sentirvi – continua Marvel – Ma mi ricordo questa giornata dal vostro punto di vista. Per cominciare sì, siamo quasi quindici anni nel futuro, ed adesso mi faccio chiamare Marvel...anche se devo pagare dei diritti ad una stupida casa editrice.

 

Xavier Institute for Higher Learning

Kara Killgrave ha osservato una mezza dozzina di giovani mutanti allenarsi nella Stanza del Pericolo, sotto lo sguardo vigile di una sua incarnazione futura.

La donna dalla pelle porpora non sembra aver notato la sua presenza. Interrompe la simulazione di battaglia, ordinando agli studenti di passare alla prossima lezione, e poi si volta verso la propria incarnazione più giovane.

-Sei lì, vero? Non mi ricordo precisamente dove mi fossi seduta – ammette la Donna Porpora.

-Riesci a vedermi? – chiede Persuasion.

-Ci ho messo un po’ a ricordarmi il giorno, ma penso proprio che fosse oggi. Certo, se così non fosse mi sentirei parecchio stupida a parlare da sola. Probabilmente ti stai chiedendo che cosa ci faccio qui.

-Se tu sei me, non dovresti saperlo?

-Ma in effetti so che te lo stai chiedendo. Per quel che ne so questo è il tuo vero futuro e non uno alternativo, ma non te lo posso garantire: a quanto mi hanno spiegato, nessuno può. Ma abbiamo in comune lo stesso passato: anche io credevo di essere solo la figlia fallita di un super-criminale, senza nessuno sbocco. Poi ho capito che potevo aiutare gli altri ad evitare i miei stessi errori, e come vedi siamo finite tutte e due ad insegnare qui.

-Non avevo neanche mai fatto troppo caso al fatto di essere una mutante – ammette Persuasion.

-Diavolo, neanche ci pensavo ad essere una mutante. Poi però sono stata per poche ore in un futuro in cui insegnavo alla Scuola Xavier, ed ho capito che potevo fare lo stesso. Quindi se mi ricordo bene, e non sto parlando con una stanza vuota, posso confermarti di potercela fare.

-Con chi stai parlando, Kara? – chiede una donna appena passata attraverso la parete.

-Con un mio doppio temporale del passato, invisibile e intangibile. Posso fare qualcosa per te, Kitty?

-Non lo so: alla porta c’è l’Uomo Ragno con una certa Dead Girl che dice di essere una nostra vecchia conoscenza; io non l’ho mai sentita nominare.

-Sì, sapevo che sarebbe capitato.

-Non dirmi che dobbiamo viaggiare nel tempo...

-In un certo senso è inevitabile, anche se non lo faremo: in fondo è già successo.

-Se hai intenzione di cominciare a parlare come Layla, giuro che ti faccio licenziare – si lamenta Shadowcat.

 

Variante 3113

Washington D.C.

Spider-Girl e Bucky appaiono di fronte a due Sentinelle che sembrano fare la guardia ad un grande cratere. Hanno a malapena il tempo di chiedersi dove accidenti si trovino, quando un’altra persona appare all’improvviso accompagnata da un accecante bagliore.

L’attraente donna bionda in tailleur nero sorride; un raggio di sole colpisce la spilla a forma di bandiera americana piazzata sul vestito.

-Buongiorno. Non sono più abituata a dovermi presentare, ma suppongo sia troppo pretendere che mi conosciate.

-Valerie Hoskins – la riconosce Spider-Girl – Da dove vengo io ha qualche anno in più, ma è il Segretario di Stato.

La donna è colta di sorpresa, ma lo lascia vedere per una frazione di secondo prima di ricomporsi.

-Valerie Cooper, veramente, e sono il Vice-Presidente.

-Una donna? – si domanda a voce alta Bucky, guadagnandosi due sguardi di disapprovazione – Ehm, volevo dire che è un onore conoscerla, signore. Signora.

-Questa è la stessa linea temporale dove la Terra è stata attaccata dagli Shi’ar, giusto? Quanto tempo è passato dall’ultima visita degli Exiles? –  chiede Spider-Girl.

-Un anno e tre mesi.

-Considerando che dovrei essere morto da...quanto, cinquant’anni? Sembra aver preso piuttosto bene il fatto che io sia qui a parlarle – nota Bucky.

-Vedete il cratere alle mie spalle? Era la Casa Bianca. Non è più così semplice sorprendermi. Preparatevi ad un altro teletrasporto, stiamo per salire sull’Air Force One.

Un altro lampo di luce, e lo scenario cambia. Ora i tre si trovano all’interno di una stanza vagamente circolare; nonostante le mura siano ricoperte di display e strani meccanismi dalle funzioni incomprensibili, il candelabro e le cornici sembrano dargli un’aria vagamente ottocentesca.

Dando le spalle ai nuovi arrivati, dietro una scrivania in legno, un uomo dai capelli rossi sta guardando attraverso quella che sembra una finestra. A giudicare dalla vista, la stanza si trova in orbita.

-Signor Presidente, gli Exiles sono arrivati. Desidera che lasci la stanza?

L’uomo si volta, rivelando un paio di occhiali da sole ed un largo sorriso.

-No, Valerie, non ci vorrà molto. Benvenuti a bordo dell’Air Force One, anche se forse lo conoscete con il suo vecchio nome.

-Santuario-2. La nave di Thanos con cui... – inizia a rispondere Spider-Girl, prima di fermarsi e fare un passo indietro. Il Senso di Ragno è impazzito appena il Presidente ha guardato nella sua direzione.

-Noi...ci conosciamo?

-Non mi fanno spesso questa domanda. Mi chiamo Henry Peter Gyrich, comunque. Scusate la franchezza, ma...sei davvero Bucky? Il partner di Capitan America?

-Il solo ed unico. Almeno, il solo ed unico nella mia linea temporale, Signor Presidente.

-Lasci che stringa la mano ad un vero eroe americano –  si offre Gyrich, allungando una mano verso Bucky che sta per afferrarla.

Spider-Girl stringe il braccio destro di Bucky giusto in tempo perché la stretta di mano non avvenga, e si affretta ad aggiungere:

-Non vorrei approfittare della sua ospitalità, signor presidente, ma abbiamo fatto un viaggio molto lungo per arrivare qui e siamo davvero esausti.

-Naturalmente; è stato grazie a lei se la Terra si è salvata dall’invasione. Valerie, trova una sistemazione comoda per questi due eroi. Se volete scusarmi, devo vedere l’ambasciatore del Wakanda tra due minuti e detesto farmi trovare impreparato.

-Senz’altro, Signor Presidente. Seguitemi, per favore.

Bucky fa per lamentarsi, ma la stretta di Spider-Girl è piuttosto eloquente. E’ la ragazza a rompere il ghiaccio, principalmente per evitare a lui di parlare:

-Suppongo che le elezioni siano state un po’ movimentate, dopo l’invasione aliena e tutto il resto...

-In realtà non abbiamo ancora avuto modo di indire le elezioni; gli Shi’ar hanno ucciso l’intera linea di successione presidenziale. Io ero il consigliere del Presidente per gli affari super-umani, ed il signor Gyrich era consigliere per la sicurezza nazionale. Abbiamo preso il controllo perché eravamo gli unici a poter gestire la situazione.

-Mi sembra difficile credere che gli americani abbiano accettato così facilmente una situazione simile.

-Dopo una guerra con 70 milioni di vittime solo in America, Bucky, si accettano molte cose.

Nessuno dei due ragazzi vuole aggiungere altro: è chiaro che la ferita è ancora aperta. Bucky si avvicina a Spider-Girl, sussurrando:

-Che ti è venuto in testa di comportarti così davanti al Presidente?

-C’è qualcosa che non quadra in lui. Credo non sia veramente quello che dice di essere.

 

Variante 1232

Baxter Building, New York City

Susan Storm non ha avuto una vita facile. Suo fratello, il suo migliore amico e l’amore della sua vita sono stati uccisi sotto i suoi occhi da Namor, e Susan ha dovuto sopravvivere per più di dieci anni come combattente per la libertà in una dittatura planetaria.

Ora si trova di fianco ad un’altra se stessa, una Susan di qualche anno più vecchia che non ha avuto il suo stesso passato. Non può sapere se la sua vita sia stata peggiore, ma questa Susan è sposata con Reed Richards e sta parlando con l’ologramma del proprio figlio.

-Dovrete fare senza di me per qualche altro giorno: voglio essere del tutto sicuro che il virus mentale sia stato veramente debellato, prima di tornare.

-Sei sicuro di non aver bisogno di aiuto, Franklin? Potremmo teleportarci direttamente su...

-Non so se è una buona idea: papà non ha una gran reputazione nella galassia Skrull, credo che la vostra presenza complicherebbe solo le cose.

-Se ne sei sicuro. Cerca di tornare sulla Terra per venerdì sera, siamo a cena dalla Famiglia Reale Inumana.

-Mamma, non sarà una delle tue solite idee per cercare di farmi uscire con Luna, vero?

-Tesoro, per essere un telepate a volte non so come ti vengano certe idee. Venerdì sera ad Attilan, chiaro?

-Va bene, va bene. Ti richiamo prima di entrare nell’iperspazio. Salutami papà.

L’ologramma scompare, e la testa di Mister Fantastic entra nella stanza; il resto del corpo è ancora al piano superiore. Susan Storm resta a bocca aperta: non lo vede da dieci anni, e nonostante abbia più capelli grigi è lo stesso uomo che avrebbe voluto spostare.

-Scusa il ritardo Sue, sapevo che Franklin avrebbe chiamato ma si è verificata un’eventualità imprevista assolutamente eccezionale. Tutto bene?

-Sì, nostro figlio ha salvato l’universo. Per la terza volta.

-Susan, prima o poi dovrai smetterla di tenere il conto. Comunque, i miei strumenti hanno identificato una firma energetica peculiare diretta verso la Terra, e sembra vi sia qualcosa di simile proprio in questa...

-Reed? – chiede una voce a malapena udibile, mentre Susan comincia a diventare a malapena visibile – Reed, riesci a vedermi?

-Susan, usa il tuo potere di rendere visibili le cose invisibili sul tuo doppio temporale: forse insieme riuscirete a superare la barriera di sfasamento.

Proprio mentre l’altra Susan inizia ad essere visibile, Marvel bussa alla finestra.

 

Variante 3113

Air Force One, ex Santuario II

May Parker non è riuscita a dormire. Sono le quattro di notte quando striscia sul soffitto di uno dei corridoi dell’immensa nave, cercando di capire che cosa non vada nella situazione attuale.

Non è stato semplice convincere Bucky a non seguirla; ma per quanto il ragazzo sia in gamba, nessun essere umano senza Senso di Ragno riuscirebbe ad evitare di essere scoperto dalla miriade di sistemi di sicurezza installati ad ogni angolo.

La prima cosa che scopre è che una parte minima della nave da guerra è stata ridecorata: oltre a pochi corridoi, tutto il resto è ancora assolutamente alieno. Inoltre le guardie sono le stesse che ha visto durante il turno di giorno, e non sembra esserci stato nessun cambiamento.

Ora sta pedinando Valerie Cooper, ancora in piedi a quest’ora. Spider-Girl resta a bocca aperta quando vede l’immagine del Vice-Presidente oscillare, per poi cambiare in quella di un robot femminile dalla carrozzeria dorata.

“Jocasta? Che diavolo sta succedendo qui!?” si chiede la figlia dell’Uomo Ragno, mentre la robot supera tranquilla le guardie. Spider-Girl zittisce i due uomini grazie ai lancia-ragnatele, per poi saltare a terra e colpirne uno con un gancio destro.

La guardia non ha nessuna reazione. Il Senso di Ragno pizzica, e Spider-Girl evita l’attacco dell’altra guardia...che però non è più un essere umano, ma un orribile mostro insettoide. La sorpresa è tale da farle ignorare il suo sesto senso: l’alieno è pronto a sviscerarla con un solo colpo.

C’è però un’altra sorpresa: un raggio di energia colpisce prima un alieno, poi l’altro. Spider-Girl si volta, per incrociare lo sguardo di un Bucky che stringe in mano una pistola fumante.

-Ti avevo detto che avresti avuto bisogno di me.

-Bucky!? Come hai fatto a...

-Non c’era modo di evitare i sensori, così ho detto ad una delle guardie di portarmi dal Presidente. Quando ho provato a stenderlo si è trasformato in uno di questi mostri...per fortuna aveva con sé una di queste pistole. O almeno sembrano pistole, ma sono in realtà armi a raggi. Si può sapere che diavolo succede?

-Non lo so, ma comincio a credere che le cose vadano anche peggio di quanto pensassimo...

 

Variante 1232

Baxter Building, New York City

-Che razza di sviluppo rivoltante! – esclama Benjamin J. Grimm alias la Cosa, mentre un gran lampo di luce materializza gli Exiles.

Carol Danvers, Capitan Marvel, Persuasion, la Valchiria, Miss Marvel e la Ragazza Invisibile appaiono all’interno del laboratorio, tutti estremamente confusi ma finalmente visibili e tangibili.

-Wow, questa sì che è una riunione anticlimatica. Giusto per la cronaca, chi diavolo siete!? Non conosco quasi nessuno di voi! – nota Dead Girl.

-Una gran bella domanda, signorina – annuisce Mister Fantastic.

-Noi siamo gli Exiles – risponde Carol – Proveniamo quasi tutti da linee temporali diverse e...ad essere onesta, non so nemmeno perché o come siamo finiti qui.

-Vai Gommolo, colpiscili con una delle tue parole di undici sillabe – interviene la Cosa.

-Magari incontrovertibilmente particolareggiatissima – aggiunge l’Uomo Ragno.

Silenzio.

-Ahem. Scusate. Proceda, dottor Richards – conclude l’Uomo Ragno.

-Senza poter studiare questo “Tallus” di cui mi avete parlato, non c’è molto che io possa fare – ammette Mister Fantastic – Ma tre di voi provengono senza ombra di dubbio dal passato di questa linea temporale: riportarvi a casa sarà molto semplice. Ho solo bisogno di ricostruire la mia macchina del tempo.

-Vuoi dire la mia macchina del tempo, Richards – interviene una voce metallica.

Tutti i presenti sono immediatamente allarmati dall’improvvisa presenza di due Dottor Destino, apparsi senza alcun preavviso. Senza preoccuparsi troppo dei super-eroi che sono pronti ad attaccarlo, Destino preme un pulsante nascosto all’interno di uno dei guanti.

Tutto si ferma.

-Se avessi intenzione di distruggervi, potrei farlo con estrema facilità in questo momento. Ricordatelo.

Destino preme nuovamente il pulsante, ma la Cosa non si ferma: continua a correre verso di lui, pronto a lanciarlo in orbita con un pugno.

-Dopo tanti anni pensi che sia ancora così stupido, Vic!?

-Sì.

Una ragnatela blocca il pugno della Cosa, e l’Uomo Ragno atterra sulle sue larghe spalle.

-Ben, per favore: se ci può aiutare a riportare a casa Spider-Girl, gli dobbiamo il beneficio del dubbio.

-La prego di ascoltare il suo amico, mister Grimm – interviene Kristoff, porgendo il Tallus a Mister Fantastic – Se quello che abbiamo scoperto io e Destino è vero, c’è in gioco qualcosa di molto più importante della sopravvivenza di una sola persona. O di un solo universo.

-Certo che non ci si annoia mai stando attorno a voialtri – nota Dead Girl.

 

Variante 3113

Air Force One, ex Santuario II

Spider-Girl e Bucky aprono con estrema lentezza la pesante porta a tenuta stagna, stando attenti a non fare rumore. Le urla di dolore di una donna che provengono dall’altra stanza, però, rendono difficile prendersela con calma.

-Parla, lurida mezzosangue! Come hanno fatto gli Exiles a tornare? Come avete scoperto la nostra presenza!? – chiede rabbioso il Presidente Gyrich.

Intrappolata dalle catene, affamata e disidratata, Marrina lo guarda con più rabbia di quanto dovrebbe essere umanamente possibile.

-La puzza...di una carogna come te...deve sentirsi ad universi di distanza...

Gyrich stringe i denti, sollevando una mano risplendente di strane energie.

-Molto bene. Non hai bisogno di tutte e due le gambe per rispondere alle mie domande, giusto?

-Mio signore. Abbiamo degli intrusi – lo avverte Jocasta.

Spider-Girl e Bucky escono dall’ombra, gettandosi verso Gyrich per  cercare di sopraffarlo. Riescono a malapena a muoversi, però, intrappolati dalle Bande di Cyttorak.

-Okay, decisamente non avrai il mio voto alle elezioni – commenta Bucky.

-Avrei dovuto sapere che non vi sareste lasciati uccidere nel sonno stanotte – scuote la testa Gyrich – Forse è meglio così: non ci sarebbe stato gusto. Meritate di morire guardando negli occhi la vostra nemesi...

L’immagine del Presidente Gyrich cambia. L’elegante doppiopetto lascia spazio ad un’armatura, e gli occhiali da sole ad una maschera che ne copre solo la bocca.

-Malefactor!

 

CONTINUA!

 

Nel prossimo numero: il finale di “Esiliati”! ‘Nuff Said!